Ricette

martedì 20 settembre 2016

Muffins o madeleines? È autunno. È l'ora dei nonni.



  

“I giocattoli più semplici, quelli che anche il bambino più piccolo riesce a usare, vengono chiamati nonni" 

 (Anonimo)



Victor Nizovtsev, pittore, russo di nascita e americano d’adozione


... “ La prima cosa di cui si occupò la nonna nell’andamento di casa, fu la cottura del pane. Ella non poteva sopportare che la serva si comportasse con il dono di Dio con così poco rispetto, che non lo benedicesse né quando lo introduceva nel forno, né quando lo tirava fuori, quasi che avesse in mano dei mattoni. Quando la nonna impastava il lievito, lo benediceva con la gramola e ripeteva questa benedizione quando prendeva la pasta in mano fino a che il pane veniva in tavola. (…) Quando la nonna cuoceva il pane, per i nipoti era una gran festa. Ognuno di loro riceveva una ciambella e un panino imbottito di susine o mele, cosa che prima non accadeva mai. Ma dovettero avvezzarsi a non far briciole.
“Le briciole spettano al focherello” diceva la nonna quando le toglieva di su la tavola e le buttava nel fuoco. Ma quando uno dei bambini sbriciolava il pane in terra la nonna, se se n’accorgeva, gli ordinava subito di raccoglierle e aggiungeva: “Non bisogna camminare sulle briciole, perché altrimenti le anime piangono in purgatorio”. E brontolava anche se il pane non veniva tagliato ben dritto  “Chi non s’accorda col pane, non s’accorda con gli uomini” diceva. Una volta Jenik pregò la nonna di dargli una fetta di pane dal mezzo e dalla parte della crosta, perché gli piaceva; la nonna non ne fece di nulla e disse:” Non hai mai sentito che chi taglia in pezzo il pane, taglia il calcagno al buon Dio? Lascialo com’è e impara a non essere capriccioso nel mangiare.” (….)
Božena Nĕmcová,  Babička - “La nonna” , Boemia 1855

La statua della scrittrice nel Museo di Ćescá Skalice, Boemia Orientale


La più importante scrittrice Ceca, nacque a Vienna nel 1820 da una famiglia poverissima, nome d'origine Barunka Pankel. Passò la sua infanzia accudita dalla nonna materna, che avrebbe ispirato, diventandone protagonista, il suo romanzo più importante e noto. “Babička” è stato tradotto in moltissime lingue tra le quali l'italiano, edito da Mondadori con il titolo “La nonna”. 





E ora il problema dei problemi. Millenario. 





Se l’estate è finita, le vacanze sono concluse, le scuole appena riaperte, i genitori in furore organizzativo, i bambini recalcitranti, come si evita la consueta crisi familiare d’autunno?

La soluzione è elementare



I nonni!
Nonna. O nonno. O entrambi.  E però, se il nonno si fa facilmente convincere a sostituire il vigile davanti alla scuola (peraltro realizzazione di un sogno dell’infanzia), diventando figura amica, la nonna ha ben altro compito. Importante. Che è multiplo perché “mangereccio”: oltre alla quotidiana merenda, ci sono i compleanni, i “raduni” al parchetto, le feste della scuola.
 Cosa preparare? Ecco qualche proposta, sperimentata, che farà allungare verso il tavolo molte mani,manine, manone…

Si tratta di torte o dolci semplici da confezionare. Bastano pochi accorgimenti. Forno:  pre-riscaldato a 180°C (raramente a più di 200°C ) – Posizione della tortiera a metà forno – Tortiera antiaderente o rivestita con carta-forno bagnata e strizzata –  burro e uova a temperatura ambiente; se si richiede l’albume montato a neve, invece del tradizionale pizzico di sale aggiungere zucchero a velo  (la quantità usata verrà dedotta dal peso totale di zucchero previsto).
In caso di intolleranze: celiachia, usare farine idonee aumentando di un’unità il numero delle uova indicato nella ricetta; controllare che zucchero a velo e lievito chimico non contengano glutine  (marche molto diffuse ne indicano possibile presenza). Controllare anche i confettini per le decorazioni, spesso non idonei. Meglio puntare su granella di zucchero e scagliette di cioccolato fondente, sia nero sia bianco.
Lattosio: ormai sono reperibili ovunque latte e derivati senza lattosio, dal burro alla panna. 


Ricette

Torta al cioccolato
Tortiera da 24/26 cm



250 g farina 00 – 200 g zucchero semolato + 70 g zucchero a velo  125 g burro – 100 g cacao amaro in polvere – 6 uova intere
75/80 ml latte – lievito per dolci 20 g (1 bustina + 1 cucchiaino) estratto di vaniglia bourbon  1 cucchiaino
buccia d‘arancia  grattugiata


Pre-riscaldare il forno. a 180°C, portare uova e burro a temperatura ambiente. Se si dispone di un mixer o di un robot, usarlo a velocità media.
Iniziare con le uova, separando il tuorlo dall’albume. Battere i tuorli con lo zucchero fino a ottenere una massa molto chiara, cremosa, consistente, che, sollevata con un cucchiaio, si snoda a nastro. Montare a neve ben ferma gli albumi, unendo, poco per volta, 50 gr di zucchero a velo. Per capire se la lavorazione è sufficiente, basta inclinare il boccale nel quale sono stati montati gli albumi: se questi restano “ancorati” al contenitore, è stata raggiunta la perfetta consistenza.
Fondere il burro a bagno-maria (o in forno, in contenitore che resista al calore) facendo ben attenzione a che non inizi a sfrigolare: deve semplicemente ammorbidirsi fino a sciogliersi.
Alla massa dei tuorli montati, unire poco per volta, prima la farina setacciata con il lievito e poi il cacao, alternandoli a cucchiaiate di latte per favorire l’impasto. Se fosse necessario, per amalgamare più facilmente ed esaurito il latte, si può unire il burro fuso che, nel frattempo si sarà raffreddato. Aggiungere la buccia d’arancia grattugiata e la vaniglia.
Infine aggiungere gi albumi montati a neve, cucchiaio per cucchiaio, con un movimento rotatorio dal basso verso l’alto, per non smontarli.
 A questo punto, versare la massa nella teglia foderata o comunque imburrata e passata con un velo di farina e porre in forno statico.
Non aprire mai la porta del forno prima di 30 minuti. Anzi, l’ideale è aprirla per un eventuale controllo solo a fine cottura.  Lasciarla riposare per qualche minuto e poi sfornare. Togliere la torta dalla teglia quando è fredda (o quasi) e mettere su una gratella. Decorare o farcire a piacere. Tenere presente, che al di là dell’estetica,  bambini e ragazzi preferiscono la finitura con zucchero a velo, abbondante.


Torta in bianco e nero
Stampo da plum-cake o a ciambella




200 g farina 00 – 2 uova – 100 g burro salato
100 g zucchero semolato + 100 g  zucchero a velo vaniglinato
5 cl latte – 1 cucchiaio grande cacao in polvere
1 bustina lievito vanigliato


Preriscaldare il forno a 210°C.  Battere il burro,  ammorbidito e tagliato a dadini, fino a ottenere un mélange chiaro e cremoso. Rompere le uova separando il tuorlo dall’albume; incorporare i rossi nel mélange burroso quindi aggiungere, poco a poco, il latte, mescolando accuratamente. In una terrina unire il lievito alla farina setacciata e unire il mix al composto. Montare a neve ferma gli albumi aggiungendo, nella battitura, un cucchiaio di  zucchero a velo. Suddividere il composto in due terrine: nella prima  aggiungere  il restante zucchero a velo e nella seconda il cacao ben setacciato poi unire la metà degli albumi a neve nell’una e l’altra metà nella seconda, sempre incorporando con cucchiaio di legno e movimento dal basso verso l’alto.
Imburrare e infarinare uno stampo e inserire il composto alternando la parte bianca a quella con cacao. Mettere in forno a 210°C per dieci minuti quindi abbassare a 180°C e proseguire la cottura per altri venti minuti.
Sfornare, togliere il cake dalla forma e lasciarlo a raffreddare su una gratella.  Se lo servite a tavola, potete presentarlo affiancato da una spruzzata di panna montata.  





Nota - Nel caso sceglieste di usare la ciambella, potrebbe essere necessario aumentare le dosi indicate per gli ingredienti, proporzionalmente.



Torta di mele
Stampo 24 cm


4 mele renette – 4 uova – 3 bicchieri farina 00
 2 bicchieri zucchero + 2 cucchiai zucchero di canna
1 bicchiere di panna – 1 bustina lievito vanigliato
1 pizzico sale – 1 pizzico cannella –  1 limone non trattato
burro per la teglia

Pre-riscaldare il forno a 180°C. Sbucciare le mele, tagliarle a fettine, metterle in una terrina, irrorarle con il succo di limone.  Con una frusta o un mixer battere le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere la panna e poi la farina setacciata con il lievito, il pizzico di sale e la cannella.  Unire alla massa un po’ di fettine di mele e mescolare delicatamente. Versare l’impasto nella teglia imburrata e leggermente infarinata o rivestita con carta da forno bagnata e strizzata. Livellare (senza schiacciare) e quindi disporre in tondo le restanti fettine di mele, partendo dall’esterno verso l’interno. Spolverare con zucchero di canna. Infornare per circa 50 minuti.


Nota -  Per irrorare le mele, si può sostituire il limone utilizzando (ad esempio) del Calvados, cioè liquore di mele della Normandia. Si precisa che l’alcool contenuto evapora completamente con calore/cottura lasciando alla torta solo un gradevolissimo aroma. La torta non è quindi da considerare alcolica.



Torta allo yogurt
Stampo 22/24 cm




1 vasetto di yogurt bianco – 3 vasetti di farina 00
 2 vasetti di zucchero – 1 vasetto di olio di semi di girasole
3 uova – 1 bustina lievito – burro qb per la teglia
 

Pre-riscaldare il forno a 180°C. Versare lo yogurt in una terrina e poi utilizzare lo stesso vasetto, risciacquato, per misurare tutti gli altri ingredienti. Aggiungere lo zucchero e le uova allo yogurt e lavorarli fino a ottenere un massa soffice e spumosa. Unire la farina con il lievito, mescolare accuratamente e infine mettere l’olio.  Imburrare e infarinare la tortiera e versarvi l’impasto. Cottura per circa 35 minuti e togliere dalla teglia una volta intiepidita.




Nota - L’olio di semi di girasole si trova anche deodorato, ottima formula per non alterare il sapore delle preparazioni, dolci o salate che siano. Può essere sostituito, a piacere, con burro (stesso peso, portato a fusione e, come norma, usato freddo) o panna fresca.



Le Madeleines
Dosi per 20 biscotti



150 g farina 00 – 130 g zucchero – 20 g miele – 125 g burro
 3 uova – 5 g lievito – un pizzico di sale – estratto di vaniglia  buccia di limone o d’arancia  (non trattati) grattugiata.

Pre-riscaldare il forno a 220 °C. Ammorbidire il burro. Battere le uova con zucchero, miele, sale,  finché non sia raddoppiato il volume. Unire farina e lievito, quindi il  burro ammorbidito, la buccia dell’agrume grattugiata e un cucchiaino di estratto di vaniglia bourbon. Mettere in frigorifero per almeno due ore, o un’intera notte.  Distribuire l’impasto nelle “formine”,  infornare a abbassare la temperatura 200°C. Dopo 3/5 minuti (quando si sarà formata la “fossetta” tipica della madeleine) abbassare ulteriormente a 180°C per arrivare alla “bombatura”.  Passati altri 4/5 minuti i biscotti saranno gonfi e dorati: sfornare e togliere subito dagli stampini.


Nota - Per le madeleine si possono avere stampi multipli (sia anti-aderenti sia in silicone) cos’ come si trovano i singoli stampini, certamente più difficili da gestire.
Riconoscimento: Questa ricetta è stata formulata da uno dei grandi chef francesi M. Gaston Lenôtre, pasticcere di alto valore riconosciuto in tutto il mondo. Chef Lenôtre è scomparso nel 2009 lasciando alla famiglia la sua “impronta”.



Muffins classici
Premessa – La regola d’oro per avere dei buoni muffins è semplice: lavorare poco e rapidamente gli ingredienti, lasciare che il composto resti grumoso. Sono dolcetti ideali per lavorazione a mano.  All’impasto base si può unire cacao, gocce di cioccolato, mirtilli, mele… E poi, sbizzarrirsi a decorare!








280 g  farina 00 – 100 g zucchero – 1 bustina lievito
 1 pizzico sale
2 uova – 80 g burro - 150 ml latte

Pre-riscaldare il forno a 180°C.
In una terrina mettere tutti gli ingredienti secchi: farina, zucchero, e lievito. Mescolare. In una seconda terrina mettere invece tutti gli ingredienti umidi: burro fuso (freddo), uova, latte. Mescolare.
Unire i due impasti, amalgamare velocemente senza preoccuparsi di lasciare dei grumi; aggiungere qualche goccia di cioccolato e versare negli stampi per muffins, dopo averli imburrati e leggermente infarinati e riempiendoli solo per tre-quarti. Infornare per 15/20 minuti. A cottura ultimata toglierli dal forno e dagli stampini lasciandoli raffreddare su una gratella.

 

Grazie

A tutti coloro che, quotidianamente, mi danno suggerimenti. Alle riviste specializzate. Ai blog amici. E ai miei nipotini che sono uno stimolo insostituibile. E inarrivabile.


Robert Gemell Hutchison, "The draughts players", Edinburgo 1855-1936






giovedì 1 settembre 2016

Sfizi di fine estate: la confettura di zucca. E altro.








 “…Spuntò finalmente il giorno felice. Le due sorelle andarono, e Cenerentola le seguì con gli occhi finchè potette. Quando non le vide più, si mise a piangere. La comare che la vide tutta in lagrime, le domandò che avesse. "Vorrei... vorrei tanto..." Piangeva così forte che non potette finire. La comare, che era Fata, le disse: "Vorresti andare al ballo, non è così?" Oh, sì! sospirò Cenerentola," "Ebbene, dice l'altra, se sarai buona, ti faccio andare". Se la menò in camera e le disse: "Va in giardino e portami una zucca." Cenerentola subito  andò a cogliere la più bella che le  riuscì di trovare, e la portò alla comare, senza capire come mai quella zucca l'avrebbe fatta andare al ballo. La comare la vuotò, e quando non fu rimasta che la sola scorza, la percosse con la sua bacchetta, e la zucca fu subito mutata in una bella carrozza tutta dorata. Andò poi a guardar nella trappola, e trovativi sei topolini ancora vivi, disse a Cenerentola di alzare un tantino il caditoio. I topolini ne uscirono ad uno ad uno; ed ella subito un colpo di bacchetta, e il topolino mutavasi di botto in un bel cavallo; in meno di niente si ebbe così un magnifico attacco di sei cavalli d'un bel grigio sorcio pomellato. Vistala poi in pena da che cosa dovesse fare un cocchiere, disse Cenerentola: "Vado a vedere chi sa mai ci fosse qualche sorcione nella trappola grande; ne faremo un cocchiere." "Hai ragione, approvò la comare, va a vedere". Cenerentola le portò la trappola, e c'erano infatti tre sorcioni: la Fata ne prese uno, che avea tanto di barbigi, e  toccatolo appena, lo trasformò in un grosso cocchiere, che aveva un par di baffi i più belli che si sian mai visti. Poi le disse: "Va in giardino, troverai dietro l'innaffiatoio sei lucertole, portale qui." Avutele appena, le mutò in sei lacchè, che montarono subito dietro la carrozza coi loro abiti gallonati, e vi si tennero attaccati come se non avessero fatto altro per tutta la vita. La Fata disse allora a Cenerentola: "Ecco fatto, adesso puoi andare al ballo: sei contenta?"  Sì, ma come fo ad andarci, con questi miei cenci indosso?" La comare non fece che toccarla con la bacchetta, e nel punto stesso gli abiti cenciosi  diventarono d'oro e d'argento, tempestati di pietre preziose. Le diè poi un par di pantofole di vetro, le più belle del mondo. Così adornata, Cenerentola montò in carrozza; ma la comare le raccomandò, sopra ogni cosa, di non passar mezzanotte; un momento di più che rimanesse al ballo, la carrozza sarebbe ridiventata zucca, i cavalli sarebbero tornati topolini, i lacchè lucertole e gli abiti sfoggiati più cenciosi che mai. Promise Cenerentola alla comare di lasciare il ballo prima di mezzanotte, e partì, fuor di sé dalla contentezza.”….
Charles Perrault,” Cendrillon”, 1695 – “Cenerentola”,  Traduzione di Federigo Verdinois, 1910




La storia della zucca si perde nella notte dei tempi e per le strade del mondo. Non c’è dunque da sorprendersi che sia accompagnata da miti e leggende. Cenerentola a parte, la più nota - attribuita agli Usa, in realtà di origine celtica  - è certamente quella che ha dato origine alla festa di Halloween. Ma della zucca intagliata e trasformata in Jack- O’- Lantern  racconteremo quando il solleone sarà archiviato tra i ricordi dell’estate…



Jack O' Lantern


Altre leggende sono però fiorite negli Stati Uniti, ad esempio nell’America centrale dalla quale la zucca sarebbe partita per conquistare l’Europa. Eccone una delle più suggestive: si racconta di un uomo potentissimo di nome Iaia , il cui unico e amatissimo figlio morì improvvisamente. Egli lo seppellì in una zucca gigante che sistemò ai piedi di una montagna, non lontana dal paese. Dopo qualche tempo tornò a visitare quella tomba, scoperchiandola per rivedere le spoglie del ragazzo: con sua grande sorpresa il corpo era sparito e al suo posto c’era tanta acqua e in quest’acqua nuotavano pesci di tutte le forme e le taglie.  Sconvolto, tornò di corsa a casa e raccontò ai parenti e alla servitù ciò che era successo. La storia si diffuse rapidamente, arricchendosi di particolari attraenti, come la presenza di un tesoro. Così quattro fratelli, evidentemente di dubbia correttezza, decisero di impadronirsi della magica zucca. Si recarono alla montagna per rubarla ma, mentre cercavano di sollevarla, arrivò Iaia, informato delle cattive intenzioni. E i ladruncoli, per evitare logiche conseguenze, lasciarono cadere di botto la zucca che si ruppe in tanti pezzi lasciando scorrere l’acqua in mille rivoli che inondarono la terra. Così si formarono oceani e mari.



Quella cui appartengono le zucche è una grande famiglia: 90 generi e 900 specie, salvo errori ed omissioni. Ovviamente non tutte sono regolarmente coltivate, e però  di tutte si può usare tutto.
C’era una volta… nelle zucche, svuotate, si trasportava acqua, vino, sale. Non a caso resiste tuttora l’espressione “non hai sale in zucca”. E anche “zuccone” (cioè testa dura), zucca pelata e via discorrendo. 




Nell’immaginario collettivo, la zucca  assomiglia alla testa, per via della forma tonda, larga, un po’ schiacciata ai poli, così com’è arrivata dall’America, portata inizialmente da Cristoforo Colombo e poi diffusa dai conquistatori spagnoli.  In realtà sia in Europa sia in Asia, fin dai tempi antichissimi, ben precedenti la conquista del Nuovo Mondo, era nota la Lagenaria, piccola zucca a forma di fiaschetta. E non è escluso che proprio questa sia servita da “modella” per quella di vetro.

George De La Tour (1593-1652) San Giacomo Maggiore

Di questa forma, esistono testimonianze sia in dipinti di “nature morte” sia in altri di soggetto sacro: nell’iconografia cristiana, infatti, i pellegrini  sono rappresentati con una piccola zucca, diventata borraccia, appesa  alla cintura.
Ma la versatilità della zucca non finisce qui: svuotata, si è trasformata in “produttrice” di armonie. L’ingegno dell’uomo ne ha tratto strumenti a corda, strumenti a fiato, strumenti a percussione.  Un esempio? Le maracas primitive altro non erano che piccole zucche, liberate dalla polpa e riempite di sassolini.



Maracas realizzate con la zucca



 Sua maestà va in pentola 


 Forse è opportuno iniziare con una precisazione: la zucca è sovente associata all’inverno pur non essendo un ortaggio invernale, come molti sembrano credere. Infatti, per germogliare e crescere, alla zucca sono indispensabili condizioni climatiche favorevoli con calore costante che non sia inferiore ai 18°C.
I coltivatori precisano che il periodo i migliore per la semina – anche in pieno campo – si colloca tra aprile e maggio, a seconda del clima e delle condizioni atmosferiche. Più precisamente la temperatura ideale va dai 18°C ai 24°C. Il freddo non le si addice, anzi la danneggia.  La raccolta può iniziare dopo 12 settimane per  protrarsi fin quando le foglie non siano secche.  Ciò significa che i primi raccolti sono disponibili già alla fine di agosto, primi di settembre e possono continuare per tutto ottobre. La zucca, se tenuta in locali adatti, ben ventilati e mai gelidi, si conserva perfettamente per tutto l’inverno. Da qui nasce l’equivoco. Infatti non è frutto invernale (semina e sviluppo in primavera-estate), ma da inverno (raccolta alla vigilia dei freddi e conservazione fino alla primavera seguente).





La zucca ha forme e caratteristiche diverse da varietà a varietà: può essere globosa, a turbante, allungata o appiattita; il colore del frutto varia dal giallo-arancio fino al verde. La buccia può essere liscia o rugosa e presentare bollosità, escrescenze e striature.
La polpa è di colore giallo-arancio e riempie quasi completamente il frutto; una cavità al suo interno offre spazio a filamenti che portano i semi.
In cucina si utilizzano sia la polpa, sia i semi, sia i fiori.
Il peso è altrettanto variabile


101 grammi per la più piccola al mondo



1054 kg per la più grande al mondo,
frutto, nel 2014, delle fatiche e delle cure del coltivatore svizzero Beni Meier, che già deteneva precedenti record.


L’identikit delle zucche

Famiglia: Cucurbitaceae
Genere: Cucurbita
Specie: Cucurbita maxima Duch. - Cucurbita moschata Duch. - Cucurbita pepo L. (pianta madre degli zucchini) – Cucurbita
melanosperma o  ficifolia  - Lagenaria longissima




Vincenzo Campi - "La fruttivendola" (1580) - Pinacoteca di Brera, Milano

Cucurbita maxima (nota anche come zucca dolce) -  può essere considerata come la zucca per antonomasia; in Italia ne esistono diverse varietà: Marina di Chioggia (la più richiesta) ,  Grigia di Bologna, Mammoth, Turbante Turco (nota anche come Turbante di Aladino o Zucca Fungo) e Quintale.


Marina di Chioggia


Cucurbita moschata – ha dato origine a numerose varietà, fra le quali le più note sono la Zucca di Napoli e la Zucchina trombetta di Albenga. I frutti hanno forma allungata e ricordano una clava o una tromba (di qui il nome con il quale è conosciuta soprattutto nelle regioni settentrionali). Ha polpa consistente e un sapore aromatico molto particolare, che ricorda quello della nocciola.


Zucchetta di Albenga


La Cucurbita ficifolia, nota anche come Zucca siamese o Zucca dei sette anni e ancora Zucchetta da pergola e Serpente di Sicilia  è una pianta originaria del Messico. Il termine ficifolia è dovuto probabilmente al fatto che le sue foglie assomigliano molto a quelle del fico; i frutti invece, tondi od ovali, ricordano molto le angurie. E’ generalmente utilizzata per confezionare marmellate e nel nostro Paese è coltivata soprattutto in Sicilia.



Zucca siamese


La Lagenaria longissima, nota anche come zucca (o zucchetta) da pergola è una pianta caratterizzata da frutti cilindrici, stretti e particolarmente lunghi (possono superare il metro). È un ortaggio molto usato nella cucina meridionale e sono numerose le ricette che la vedono protagonista. Ha una polpa carnosa e croccante. Ha una velocità di sviluppo notevole e, se piantata in terreni argillosi, può crescere nel giro di pochi giorni.

Zucca da pergola



Le proprietà

La zucca è un alimento ipocalorico: 18 calorie su 100 grammi  di polpa.
Inoltre: carboidrati 3,5% - proteine 1,1% - grassi 0,1%.
A dispetto delle poche calorie, è una miniera di carotene, fosforo, ferro, magnesio, potassio, vitamine C e del gruppo B.



Quanto ai semi, ecco  10 buone ragioni per non farseli mancare! Ma, attenzione alle calorie: 446 kcal per 100 grammi. Però va considerato che i semi sono leggeri e che 10 o 20 grammi al giorno sono già una bella porzione.  Fra calorie e benefici, scegliere i benefici! Eccone alcuni:

Cuore e magnesio
Tra i componenti nutritivi presenti nei semi di zucca vi è il magnesio, un elemento con effetto calmante e rilassante, oltre ad essere ritenuto benefico per la corretta attività cardiaca. Agisce positivamente anche sulla muscolatura.

Ritenzione liquidi e potassio
Potassio e acqua contrastano la ritenzione dei liquidi e favoriscono la diuresi.

Prostata, omega3 e zinco
I semi di zucca contengono acidi grassi essenziali omega3 e zinco che, tra l’altro, secondo studi scientifici, sono in grado di svolgere un’importante azione protettiva a livello della prostata.

Cali di energia e ferro
I semi di zucca, insieme a legumi come le lenticchie, i fagioli ed i ceci, forniscono ferro. Sono ideali come spuntino per contrastare i cali di energia lungo il corso della giornata.

Proprietà antinfiammatorie
I semi di zucca sono considerati come un vero e proprio antinfiammatorio naturale. In alcuni casi possono aiutare a combattere irritazioni e gonfiori senza gli effetti collaterali tipici dei medicinali.

Colesterolo e fitosteroli
I semi di zucca sono una fonte importante di fitosteroli. Questa caratteristica li rende in grado di abbassare i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue.

Intestino e cucurbitina
I semi di zucca contengono cucurbitina, un aminoacido in grado di debellare parassiti e vermi intestinali. Le fibre vegetali contenute, inoltre, garantiscono il corretto funzionamento dell’intestino.

Regolazione del pH
I semi di zucca contribuiscono ad alcalinizzare il ph dell’organismo, correggendone l'eccessiva acidità – causa di stati infiammatori - provocata da un’alimentazione sbilanciata, con troppa carne, zuccheri, dolciumi, farina 00 e derivati.

Buon sonno e triptofano
Il triptofano è un aminoacido precursore della serotonina e svolge un’azione efficace sulla qualità del sonno, che migliora  notevolmente, e sull'umore. Per questo la sua assunzione può essere utile e consigliata  anche nei casi di depressione.





I semi di zucca si possono consumare sia crudi sia tostati. Questi ultimi si trovano normalmente  in commercio ma alla tostatura si può facilmente provvedere in proprio con il metodo che proponiamo qui di seguito. Certo, bisogna avere una zucca… dopo di che la si apre, si estraggono i semi che verranno lavati accuratamente: ci vuole un po’ di pazienza per eliminare tutti i filamenti che li tengono ancorati al cuore della zucca ma basta sfregarli fra le mani, sempre sotto acqua corrente. Quindi si asciugano con un canovaccio, si distendono sulla piastra del forno (preriscaldato a 80°C) rivestita con l’apposita carta e si fanno tostare per 15/20 minuti, rigirandoli un paio di volte.

C’è anche chi dà un bollore in acqua salata ai semi, prima di metterli in forno.  Il consiglio è valido ma c’è anche, sicuramente, una maggiore dispersione delle preziose sostanze.





Ricette

Confettura di zucca





Nota: Le varietà più adatte per questa preparazione sono la Zucca grigia di Bologna e la Zucca cedrina a polpa bianca e semini neri (detta anche “cocomera)”. E’ una questione di gusti. Personalmente punto sulla “grigia di Bologna”.  Comunque, al vostro ortolano di fiducia chiedete la “zucca da marmellata” e lui, a sua volta, vi troverà e consiglierà la sua preferita…. Le dosi non cambiano.

1 kg polpa al netto - 350 g di zucchero – 1 limone non trattato
 1 mela gialla ben matura -  ½ stecca di cannella
1 baccello o 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 bicchierino di liquore amaretto facoltativo

Dopo aver liberato la zucca da buccia e semi, tagliare la polpa a tocchetti e metterla in un tegame unitamente alla mela a fettine, lo zucchero, la vaniglia, la cannella e il succo filtrato del limone. Coprire, tenere in luogo fresco e lasciar macerare per almeno dodici ore.  Trascorso questo tempo, mettere sui fornelli usando anche una retina spartifiamma e far cuocere a fiamma bassa per almeno un’ora e mezza, mescolando delicatamente di tanto in tanto. Dopo un’ora si può già valutare il tempo reale che serve per ultimare la cottura e per dare alla confettura la consistenza giusta. Nel caso questa sia troppo compatta, aggiungere un mezzo bicchiere d’acqua, in caso contrario,  scoperchiare e alzare un poco la fiamma per consentire l’evaporazione. Per completare la lavorazione, si dovrà scegliere tra una confettura liscia oppure frammezzata da “bocconcini”. Se questi non sono graditi, usate un mixer a immersione per eliminarli, dopo aver tolto baccello di vaniglia e stecca di cannella. In alternativa si può passare tutto al setaccio.

Sterilizzazione - Intanto si sarà provveduto a sterilizzare i barattoli di vetro che devono ospitare la marmellata: lavati accuratamente, si riempiono di acqua fredda, si mettono in una pentola e si versa ancora acqua fino a ricoprirli. Per evitare rotture da contatto si possono inserire dei canovacci per separarli l’uno dall’altro. Si porta l’acqua a bollore e si mantiene per venti minuti. Appena l’acqua si intiepidisce, i barattoli si tolgono,  asciugano perfettamente e si riempiono con la confettura fino a un paio di centimetri dal bordo. Si chiudono avvitando il coperchio senza stringerlo fino in fondo. Poi si ripete l’operazione già fatta a vasi vuoti. Attenzione: i coperchi dei vasetti devono restare sott’acqua. Ancora venti minuti di bollitura e poi raffreddamento nell’acqua stessa.  Quando tutta l’operazione è conclusa, controllare che il tappo non abbia rigonfiamenti spingendo al centro con il pollice. Questo indica se tutta l’aria è fuoruscita. Nel caso di tappo “flessibile” al centro, ripetere l’intera operazione mettendo un tappo nuovo. Infine porre in luogo fresco al riparo dalla luce.



Questa confettura è gradevolissima anche accostata a formaggi stagionati e salumi.


Gnocchi di zucca al burro e salvia



1 kg zucca varietà Marina di Chioggia o Mantovana
180 g di farina 00
(per intolleranze al glutine sostituire con farina idonea)
1 uovo (1 uovo + 1 rosso in caso di farina senza glutine)
 100 g di burro – 50 g di  parmigiano reggiano 
noce moscata -  sale e pepe

Tagliare a metà la zucca dopo averne accuratamente pulito la buccia. Togliere i semi, raschiando bene il “cuore” e tagliare ulteriormente a pezzetti che saranno disposti sulla piastra da forno rivestita di carta idonea. Coprire con l’alluminio e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per almeno un’ora. A cottura ultimata (la polpa deve risul lasciarla raffreddare quindi staccare la polpa dalla buccia e ridurla a purea con un passino o uno schiacciapatate.

Per l’impasto, disporre la polpa della zucca su una spianatoia o piano di lavoro, aggiungere sale, pepe e una grattata di noce moscata.  Unire l’uovo, la farina e lavorare tutto insieme rapidamente.  L’impasto deve risultare morbido ma non appiccicoso. Eventualmente aggiungere farina. 
Per confezionare gli gnocchi, cospargere ancora farina sulla spianatoia, tagliare dall’impasto una piccola parte (tipo una cucchiaiata abbondante), arrotolarla fino a formare un piccolo cilindro e tagliare questo cilindro in pezzetti regolari di circa due centimetri di lunghezza.
In una pentola mettere abbondante acqua e portarla a bollore. Salare e buttarvi gli gnocchi, pochi per volta (importante!). Non appena questi vengono a galla, toglierli con un mestolo forato e metterli nel condimento che avrete preparato subito prima della cottura degli gnocchi stessi. Per il condimento, mettere il burro tagliato a pezzetti in una padella larga, aggiungendo le foglie di salvia e un pizzico di sale, oppure usando burro salato. Quando il burro “sfrigola” e sta diventando color nocciola, iniziare a unire gli gnocchi, man mano che salgono in superficie. E lasciandoli ben umidi: questo accorgimento renderà il condimento più cremoso
Mescolare delicatamente aggiungendo via via parmigiano reggiano grattugiato.
Servirli già impiattati o presentarli in un grande piatto di servizio ovale tenuto al caldo.



Risotto alla zucca






Per 4 persone

320 g riso carnaroli o vialone nano
 400 g polpa di zucca varietà Delica o Mantovana
2 scalogni - 60 g burro- 2 cucchiai olio Evo
2 l brodo vegetale – 1 bicchiere vino bianco secco
parmigiano reggiano grattugiato
salvia - sale e pepe – noce moscata


Pulire la zucca togliendo buccia, semi e filamenti; tagliare a pezzettini. In un tegame mettere una parte del burro e l’olio extra vergine con gli scalogni affettati finemente; lasciarli rosolare (ma non scurire) poi unire la zucca per insaporirla. Dopo qualche minuto aggiungere il riso, alzare la fiamma, amalgamare. Quando il riso è translucido versarvi il vino bianco, mescolando. Una volta evaporato il vino, aggiungere il brodo bollente a mestoli, continuando a mescolare. Fare molta attenzione al tempo di cottura proprio della varietà del riso e, verso fine-cottura, tenere la preparazione molto umida; infine aggiungere abbondante parmigiano grattugiato e il restante burro. Aggiustare di sale e pepe. Mescolare accuratamente e coprire con un coperchio lasciando riposare per qualche minuto. Il risotto deve risultare cremoso e “all’onda”. Guarnire con le foglie di salvia.

Nota: nella fase finale si può aggiungere anche della ricotta al forno grattugiata, riservando il parmigiano alla “spolverata” finale. Il risultato sarà un risotto ancora più mantecato.



Torta alla zucca







(stampo da 24 cm)

250 g polpa di zucca cruda – 250 g farina 00 – 120 g mardorle pelate -
100 ml olio di semi di girasole deodorato – 80 ml latte – 
150 g zucchero semolato – 100 g zucchero a velo – 4 uova grandi – 
1 bustina lievito per dolci – 4 cucchiai Rhum scuro – 
buccia d’arancia grattugiata – 1 pizzico sale fino

Note -  Le zucche più adatte per i dolci sono la Zucca Dolce del Berry (Cucurbita Moschata), antica varietà francese, con polpa zuccherina e molto profumata oppure la Delica.
In caso di intolleranza al glutine sostituire la farina 00 con farina ideonea e, in questo caso, aumentare a 5 le uova e controllare che sia zucchero a velo sia lievito siano privi di glutine.

Tagliare a pezzettini la polpa della zucca e frullarla unitamente al
latte e all’olio per formare una purea liscia e ben amalgamata. Separare il tuorlo delle uova dall’albume. Montare i rossi con lo zucchero semolato e gli albumi a neve ben ferma con lo zucchero a velo, riservandone tre o quattro cucchiai per la spolverata di finitura. Unire la “crema” di tuorli alla purea di zucca, aggiungere il Rhum e la buccia d’arancia grattugiata.
Tritare finemente le mandorle pelate, aggiungerle alla farina, mixare con lievito e unire il tutto al composto. Quando questo sarà ben “legato”, incorporare gli albumi a neve, cucchiaio per cucchiaio, con un movimento delicato dal basso verso l’alto.

Mettere il composto nella teglia imburrata e leggermente infarinata e passare nel forno preriscaldato a 170°C. Tempo di cottura, 50/60 minuti. Non aprire la porta del forno prima che siano passati almeno 30 minuti.

Lasciar raffreddare la torta nella teglia e poi porla su una gratella.




E per concludere, se ci si crede….
Appesa alla porta d’ingresso, protegge dalle malìe e un pezzetto di zucca in borsa allontana il male


Grazie alle fonti