…“Diodata gridò dall'uscio ch'era pronto. - Se non avete altro da comandarmi, vossignoria, vado a buttarmi giù un momento.
Giovanni Verga, “Mastro Don Gesualdo”, 1889
“Di tutti i legumi la fava è regina, cotta la sera, scaldata la mattina”
(antico detto popolare)
Ricche di proteine, fibre vegetali, sali minerali, vitamine, le fave si utilizzano sia fresche sia secche sia surgelate. Ora è il momento di sfruttare questo legume così come natura ce lo fornisce, in abbinamento a pisellini o cicoria, in puré con seppioline o calamaretti, con pasta o riso, a bruschetta… Ne vale la pena.
Per ottenere il meglio,
scegliete fave verde vivo, con la
buccia croccante, senza macchie. Per pulirle, sgranarle come fossero piselli. Il baccello si apre strappando un'estremità e tirando il "filo" che lega le due "facce". Se le fave sono di giornata, piccole e tenere, non sarà necessario togliere la pellicina che riveste i semi; basterà privarle della piccola escrescenza che spunta da un lato. Se, invece, non dovessero essere freschissime, una volta tolto i semi, scottarli per un paio di minuti in
acqua bollente, quindi sciacquarli in acqua fredda. Con tale procedimento si
toglierà facilmente la membrana di rivestimento del seme, partendo dallo strappo del
mini-picciolo. Da tener presente: il baccello delle fave è consistente, quindi lo scarto è molto alto. Infatti, un kg di fave con baccello si trasforma in circa 200-250 gr grammi di fave sgranate.
Le ricette
Pasta e fave
500 gr fave pulite -
200 gr guanciale – 2 cipollott1 teneri (circa 100 gr puliti) - 300 gr pomodorini di Pachino - 2 rametti di timo - 3 manciate di
pecorino –
olio extravergine di oliva, sale e pepe qb
400 gr pasta corta
olio extravergine di oliva, sale e pepe qb
400 gr pasta corta
Tagliare a striscioline il guanciale e farlo rosolare in una padella con un velo d‘olio, quindi toglierlo e tenerlo al caldo. Nella stessa padella far appassire il cipollotto tagliato finissimo, unire le fave e qualche cucchiaio d'acqua; lasciar stufare per una decina di minuti, fino all'evaporazione quasi completa dell'acqua. Aggiungere i pomodorini tagliati a quarti, alzando la fiamma. Salare con parsimonia per via del pecorino. Rimettere in padella il guanciale e mescolare delicatamente. Intanto cuocere la pasta, scolarla molto al dente e trasferirla nella padella. Spadellare a fuoco vivace, aggiungendo il timo e una macinata di pepe nero. Irrorare con un filo di olio. Servire subito mettendo a disposizione altro pecorino.
Nota: questa pasta è ottima anche in bianco. Il tempo di cottura delle fave, che devono risultare morbidissime, dipende da quanto sono tenere. Se si toglie la pellicina di rivestimento, le fave manterrano il loro bel verde vivo.
Zuppa di fave, piselli novelli, carciofi
400
gr fave sgusciate - 400 gr piselli novelli – 4 carciofi – 1 cespo di scarola -
4 cipollotti
1 mazzetto di prezzemolo – 1 limone – 1.5 lt brodo vegetale – olio extravergine di oliva qb 4 uova biologiche – pane pugliese - 1 spicchio di aglio -
pecorino romano
1 mazzetto di prezzemolo – 1 limone – 1.5 lt brodo vegetale – olio extravergine di oliva qb 4 uova biologiche – pane pugliese - 1 spicchio di aglio -
pecorino romano
Sgusciare
fave e piselli, pulire i carciofi conservando solo il cuore tenero e immergerli
in acqua acidulata con il limone affinché non anneriscano. Mondare e lavare accuratamente la scarola e tagliarla a pezzetti di
ca. 3 cm. Affettare a velo i cipollotti e, a fiamma dolce, rosolare
in un paio di cucchiai di olio. Aggiungere i carciofi e la scarola. Lasciar
stufare per qualche minuto, unire le fave e da ultimo i pisellini.
Quando il tutto si sarà insaporito e amalgamato, aggiungere il brodo vegetale
molto caldo e portare a bollore; lasciar cuocere a fiamma media una ventina di
minuti. Al termine aggiustare di sale.
Intanto preparare delle fette di pane tostato, sfregato con lo spicchio
d’aglio (non indispensabile….). In fondine o ciotole individuali, disporre il
pane tagliato a triangoli, e su questo aggiungere un uovo intero crudo
(attenzione a non rompere il tuorlo!). Coprire il tutto con mestoli di zuppa, bollente. Cospargere di prezezmolo tritato
finemente, passare una buona macinata di pepe nero, irrorare con un filo un
filo d’olio e… buon appetito. Il pecorino grattugiato sarà a disposizione.
Puré di fave con seppioline gratinate
500 gr di fave sgusciate – 2 patate medie – olio extravergine d’oliva qb– sale e pepe qb
1
kg seppioline – 1 cipollotto – 1 spicchio d’aglio – ½ bicchiere di vino bianco
secco – pangrattato - prezzemolo - olio extravergine di
oliva qb - sale e pepe qb.
Preparare
le fave, togliendo il "picciolo" e la pellicina. Cuocerle per una decina di minuti, buttandole in acqua già bollente; scolare e frullare in un mixer le fave fino a ridurle a crema. Intanto cuocere le patate, con la buccia, a vapore o partendo da
acqua fredda leggermente salata. Spellarle mentre sono molto calde e passarle nello schiacciapatate. Aggiungerle alla crema di fave, mescolare con vigore e rimettere al fuoco per qualche minuto, sempre mescolando e aggiungendo un filo d'olio: il
risultato deve essere una massa soffice e gonfia. Regolare di sale e pepe (o peperoncino).
Pulire
e lavare le seppioline. Affettare il cipollotto; in una padella farlo appassire in un cucchiaio d’ olio,
unitamente allo spicchio d’aglio, che verrà tolto non appena avrà preso
colore. Aggiungere le seppioline e saltarle a fuoco vivace; sfumare con il vino
bianco, lasciar evaporare, salare, pepare. Il tutto deve
prendere max 10/15 minuti. Disporre le seppioline in una teglia da forno, cospargerle con pangrattato misto a prezzomolo tritato finemente, origano, sale e pepe. Ammorbidire con un giro d'olio. Mettere in forno preriscaldato a 220°C e far dorare.
Servire
le seppioline con il puré, a fianco.
Nota:
Nel caso non fossero disponibili le seppioline, utilizzare calamaretti. Il puré può essere accompagnato anche da spiedini di pesce passati in forno o sulla griglia, polpettine di carne o crocchette di baccalà. Insomma... più che un puré è un...passe-partout.
Fonti: Giovanni Verga, Mastro Don Gesualdo, a puntate sulla Nuova Antologia nel 1889; prima edizione in volume da Treves Editore, 1890 - Wikipedia - www.freshplaza.it
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