Il grande popolo dei bambini in dicembre si spacca in due, con sottocategorie: un primo gruppo aspetta Santa Lucia, che porta i doni; un secondo gruppo aspetta Natale, e questo secondo gruppo conta due sottocategorie: una è composta da chi aspetta Gesù bambino, che porta i doni; l’altra da chi aspetta Babbo Natale, che porta i doni…..
Sono momenti di attesa, di gioia, da festeggiare. E in famiglia qualcuno “deve” incaricarsi di fare almeno i dolcetti, tipo biscotti allo zenzero, piccoli pani allo zafferano e uvetta, cuccìa.
Il 13 dicembre è Santa Lucia, che rappresenta l’attesa della luce per i Paesi del Nord Europa – dalla Svezia alla Norvegia alla Finlandia – e, invece, rappresenta ( per meglio dire ricorda) la salvezza per altri, segnatamente la Sicilia.
Siamo nel Seicento, in un anno di carestia e l’Isola è in ginocchio. Ma nella notte tra il 12 e il 13 dicembre delle navi senza equipaggio approdano nel porto di Siracusa: sono cariche di grano. E quel grano, semplicemente bollito, salvò la popolazione allentando la morsa della fame. Un miracolo attribuito a Santa Lucia, già venerata, morta proprio il 13 dicembre di trecento anni prima.
Ecco perché la ricorrenza è festeggiata con una zuppa e un dolce - oltre che con dolcetti -, che hanno come ingrediente-base proprio il grano: si chiamano entrambi cuccìa (attenzione all'accento sulla "i"). Nome curioso che deriva dal verbo “cucciare", il quale indica “sgranare” “sgranellare”, “piluccare”.
La ricetta dolce
Cuccìa
200 g di grano da ammollare (400 già cotto)
200 grammi di ricotta (possibilmente di pecora)
2 cucchiai da minestra di zucchero
frutti canditi a pezzettini (quantità a piacere)
cioccolato fondente grattugiato (quantità a piacere)
Mettere il grano a bagno per almeno 12 ore. Scolare, sciacquare e cuocere a fuoco moderato per circa tre ore, aggiungendo un poco di sale solo verso fine cottura. Battere la ricotta con lo zucchero fino a ottenere una crema molto fine e aerata. Aggiungere i canditi e il grano, mescolando bene, dal basso verso l’alto , per mantenerne la spumosità. Riempire le ciotoline o i bicchieri, alternando la crema con le scaglie di cioccolato fondente. Decorare a piacere, concludendo comunque con il cioccolato.
La ricetta salata
Dose per 4/6 persone
200 g di grano
80 g di ceci
2 foglie di alloro
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale e pepe
Lasciare grano e ceci a bagno in acqua fredda per 12 ore. Scolare, sciacquare con cura, unire le foglie di alloro e cuocere il tutto in abbondante acqua, a fuoco moderato. La cottura durerà almeno due ore o fino a quando i chicchi di grano non si saranno “aperti” e l’acqua di cottura non avrà assunto un colore biancastro (dovuto al rilascio dell’amido da parte del frumento). Salare solo verso fine cottura. Trasferire in una capiente terrina la cuccìa, condire con l’olio, aggiustare di sale, aggiungere una bella macinata di pepe e mescolare con cura prima di servire.
La zuppa trova un ottimo “accompagno” in un vino bianco tipo Inzolìa o Orvieto classico.
Piccoli consigli utili (forse)
- Tutti i cereali dovrebbero essere salati solo verso fine cottura, per evitare che la buccia si indurisca. E’ anche utile mettere nell’acqua di ammollo un mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio: aiuta l’ammorbidimento.
- E quanto segue è da provare! Mettere i cereali secchi in una pentola con abbondante acqua, portare a bollore ma spegnere il fuoco non appena il bollore si evidenzia. Coprire e lasciar raffreddare i cereali nell’acqua stessa. Una volta fredda (o appena tiepida), scolarli e procedere con la cottura come indicato nella ricetta. Questo procedimento funziona benissimo con i fagioli e potrebbe essere valido anche per i ceci e il grano. Sui fagioli l’ho già provato io, per ceci e grano non ancora. Caso mai, fatemi sapere…. Attenzione! Evitate di fare la prova proprio il giorno in cui li dovete cucinare…
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