Ricette
Frittata di maccheroni
Io devo questa ricetta
alla Tata napoletana dei miei nipotini (ora nipotoni) altrettanto napoletani.
Lei, Tata Renata, ha una mano felice in cucina e una velocità d’azione sorprendente.
Proviamo insieme a emularla…. Intanto, per chi non abbia grande esperienza di
cucina, preciso che i maccheroni, a Napoli, sono in realtà gli spaghetti, che
invece sono chiamati vermicelli. E però questa frittata si può fare
allegramente con tutti i formati di pasta, condita o meno che sia con la salsa
di pomodoro. Parliamo di recupero, vero?
Per 4 persone
300 g di maccheroni o
vermicelli già cotti e conditi con sugo di pomodoro – 3 uova - 50 g di
parmigiano reggiano grattugiato -
sale e pepe - aglio (se piace) - olio per frittura: oliva o semi di
arachide
In una terrina precedentemente
passata con uno spicchio d’aglio (ovviamente se piace e non ci sono allergie)
sbattere le uova con il parmigiano, un pizzico di sale, e una macinata di
pepe. Unire la pasta, che deve
essere fredda, mescolando
bene e cercando di non romperla,
in particolare se si parla di spaghetti.
In una padella (meglio se di ferro) scaldare due cucchiai di olio, senza portarlo al
punto di fumo. Versarvi la pasta, livellarla scuotendo la padella. Per il primo
minuto tenere il fuoco alto, in modo che si formi subito una crosticina, poi abbassare drasticamente la
fiamma e cercare di tenere la
padella un po’ inclinata, ruotandola, per far cuocere i bordi. Dopo una decina
di minuti, girare la frittata con un coperchio piatto e ripetere l’operazione. Una volta pronta, togliere l'eventuale
eccesso di olio con l’apposita carta assorbente.
Nota: Nel caso la pasta
non fosse condita, prevedere l’aggiunta di sugo di pomodoro, meglio passato, o
pummarola che dir si voglia. E' ottima anche con pasta bianca, questa frittata, e però sarà decisamente meno saporita.
Timballo di pasta
Questo timballo è la
quintessenza del recupero perché può essere variato all’infinito, a seconda di
ciò che offre il frigorifero. Ad esempio, se nella ricetta si dice “aggiungere
prosciutto cotto a dadini”, voi, nel caso non aveste il prosciutto cotto,
potete sostituirlo con mortadella
o salame e se non potete tagliarlo a dadini, usate tranquillamente le fettine.. purché
siano abbastanza sottili e non troppo larghe.….. Se parlo di mozzarella e voi non l’avete mentre disponete di
provola, procedete con quest’ultima! E se per caso aveste un mix di formaggi,
usateli! E’ questo lo spirito del riciclo e della creatività. Due cose sono
importanti: la pasta non deve essere stracotta e, soprattutto deve essere ben condita. Nel caso vi sembrasse asciutta, aggiungete sugo di pomidoro
o ragù o….. vedete un po’ voi.
Per 4 persone
300 g di pasta – 100 g di
formaggi misti – 70 g di prosciutto cotto a dadini - 1 tuorlo d’uovo –
parmigiano reggiano grattugiato quanto basta – 50 g di burro - 2 cucchiai di farina 00 –
pangrattato - sale e pepe – noce
moscata - 250 ml latte
Imburrare bene una teglia
o una tortiera da tavola che vada in forno e spolverare con una manciata di
pangrattato, di cui il superfluo verrà eliminato rovesciando la teglia
stessa. Preparare una besciamella
sciogliendo in una piccola casseruola 30 g di burro al quale, quando sfrigola, si aggiungerà la farina mescolando fino a che questa diventa
appena appena bruna. Unire poco per volta il latte bollente, sempre mescolando
con cucchiaio di legno oppure con una frusta e, durante la cottura (fiamma bassa) valutare la consistenza
della besciamella che dovrà restare fluida. A fuoco spento aggiungere una manciata di parmigiano, sale,
noce moscata ed eventualmente pepe. Lasciar intiepidire mescolando ogni tanto
affinché non si formi la pellicina superficiale e poi unire il tuorlo d’uovo.
Mettere la pasta cotta in una marmitta, aggiungere i formaggi e il prosciutto
tagliati a dadini. Mescolare delicatamente ma accuratamente, aggiungendo man
mano ¾ della besciamella. Accomodare il preparato nella teglia da forno e
concludere la preparazione con la besciamella restante spolverandola di
parmigiano grattugiato. In forno a 180°C fin quando non sarà ben dorata.
Polenta pasticciata
“Tagliate in fette sottili
la polenta fredda che vi rimase e fate a parte una balsamella di farina burro e
latte (vedi ricetta più sopra, ndr), cui mescolerete funghi grossolanamente
triti. In un recipiente che regga al fuoco sciogliete un sottil velo di
burro, stendete le fettine di
polenta, copritele con uno strato sottile di parmigiano o gruyère affettato col
tagliatartufi. (Se ne avete anche di questi, uniteli e tanto meglio). Ripetete
lo strato di polenta alternato colla balsamella e il formaggio, fino ad empire
il recipiente terminando colla balsamella, il formaggio e un velo di
pangrattato su cui spargerete qualche fiocchetto di burro. Fate ben crostare al
forno e servite nel recipiente stesso”. (O.G.)
Medaglioni di polenta
400 g polenta – ragù di
carne – 2 tazze di besciamella –
parmigiano reggiano grattugiato – burro quanto basta
Tagliare la polenta prima
a fette di circa 2 cm e poi, con
un bicchiere, ricavarne dei dischi rotondi. Porre questi dischi nella pirofila, leggermente sormontati
per non lasciare spazi vuoti,
distribuire generosamente
ragù e besciamella e spolverizzare
con parmigiano. Procedere con altri strati, concludendo con besciamella e
parmigiano. In forno a 180°C
per circa 40 minuti.
Crostoni di polenta imbottiti
400 g polenta – 150 g
formaggio (fontina) affettato – 200 g salame o salsiccia – 1 uovo – farina - burro - olio
oliva o arachide per friggere.
Tagliare la polenta in
dischi come indicato nella ricetta degli gnocchi, riducendo ne leggermente lo
spessore. Arrotondare anche le fettine di formaggio che dovranno essere
sottili. Imburrare leggermente un
lato dei due dischi, appoggiare su uno di questi formaggio e salame o salsiccia
(tagliata a tocchetti, spellata e schiacciata con i rebbi di una forchetta),
coprire con il secondo disco (parte imburrata verso salame e formaggi). Premere molto bene, passare nell’uovo
sbattuto leggermente salato, quindi infarinare, scuotendo la farina in
eccesso, e friggere in olio
bollente (ma non fumante) fino a doratura. Servire caldi.
Risotto al salto
L’origine è una storica
ricetta dell’altrettanto storico ristorante milanese, Savini, data di nascita
1881. Ha fatto la storia di Milano, ha visto passare la storia d’Italia. Teatro
alla Scala a due passi, ai suoi tavoli
hanno pranzato da Puccini a Msscagni da Toscanini a D’Annunzio a
Eleonora Duse. E il gran sacerdote del Futurismo, Marinetti, vi organizzò un
banchetto, futurista, appunto.
Ma torniamo al risotto che
doveva assolutamente essere giallo. Io non so se nei vostri avanzi ci sarà
questo colore e però provate ugualmente…
200/240 g di risotto per
persona – burro o lardo – parmigiano reggiano grattugiato
Ungere una padella di
ferro o antiaderente (24 cm di diametro) passando burro o lardo. In un piatto
piano sgranare e poi ricompattare a tortino il risotto, prevedendo uno spessore
di circa due centimetri. Mettere la padella sul fuoco e, quando sarà calda,
farvi scivolare il tortino, cercando di non romperlo. Se accadesse,
riavvicinare le parti con la forchetta, schiacciando leggermente. Dopo un paio
di minuti, scuotere con delicatezza la padella per verificare che nessuna parte
si sia attaccata al fono e che la forma sia ben compatta. Mantenre il fuoco vivace
per altri tre minuti e poi, con l’aiuto di un coperchio piatto girare il
tortino e far rosolare. Alla fine dovrà risultare da entrambe le parti una
crosticina ben croccante mentre l’interno sarà rimasto morbido.
Frittelle di risotto
“Schiacciate in una terrina il risotto rimasto e legatelo con due uova. A parte fate un ripieno con rigaglie, cervella, animelle, umido, ecc. che vi siano avanzati e se potete, tritate insieme qualche piccolo tartufo. Col risotto pestato, fatevi una pallotola nel cavo di una mano così che, stiacciandola, vi riesca un po’ incavata in mezzo. Nell’incavo ponete alquanto ripieno e coprite con uno altro strato di risotto. Passate nell’uovo e nel pangrattato, friggendo poi fino a un bel color d’oro”. (O.G.)Umido rimasto e risotto
Se vi rimane per es. dello
spezzatino di vitello in umido e se avrete del risotto, il piatto è bell’e
fatto. Spalmate di burro un vassoio adatto, che regga al fuoco, fategli in
fondo uno strato di risotto, metteteci sopra l’umido, o fricassea o altro, ricoprite con un altro strato
di risotto che pareggerete col coltello, versate l’intinto dell’umido e passate
al forno fino a che tutto sarà ben riscaldato”. (O.G).
Piccoli consigli utili
(forse)
1.
La
besciamella, qui più volte richiamata, è facile da fare. E però, nel caso voi
non ne aveste il tempo, potete usare quella già pronta. In questo caso, sarebbe meglio assaggiarla e
aggiustarla di parmigiano e noce moscata che di solito scarseggiano nelle
preparazioni industriali. Recentemente è stata messa in vendita anche un tipo di besciamella senza glutine.
2.
Le rigaglie
(cioè fegatelli e annessi di volatili, normalmente pollame ma anche
cacciagione) possono essere sostituite da ragù ben saporito e speziato con
chiodi di garofano e noce moscata.
3.
I dischi di
polenta, in assenza di taglia biscotti rotondi, si ottengono facimente usando
un bicchiere il cui bordo sia stato bagnato con acqua.
4.
Quando a un risotto o pasta, che rappresentano l'involucro di carni in umido, sarebbe opportuno
che queste venissero ridotte a pezzi molto piccoli per consentire maggiore
compattamento.
5. Per girare le frittate esiste un bellissimo e utilissimo coperchio, fatto proprio per questo scopo, che mette al riparo da possibili disastri dell'ultimo momento. Sarà perchè a me è capitato più volte con il piatto che scivola....
N.B. Le ricette tratte dal libro di Olindo
Guerrini sono siglate (O.G.)
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