Pranzi: avanzi. Cene e
cenoni: avanzi. Feste in generale: avanzi. Il frigorifero sembra un campo di
battaglia, dove nessuno osa mettere mano. Eppure si deve. “A buttare il cibo si fa peccato e si
offende la Provvidenza”: così dicevano i nostri nonni. In effetti, se lo
sperpero è eticamente condannabile, il recupero degli avanzi è una bella sfida
per qualunque cuoca/cuoco: è la creatività che si dispiega. Tanto bella, questa
sfida, da essere codificata in una miriade di ricette.
Fra i varî libri di
questo filone ne vorrei ricordare uno in particolare: “L’arte di utilizzare gli
avanzi della mensa” di Olindo Guerrini, pubblicato nel 1916. Un’arte
davvero, allora, perché i venti di guerra pesavano come macigni su tutte le famiglie e riducevano drasticamente le disponibilità alimentari. Olindo Guerrini fu scrittore, poeta, bibliofilo, appassionato di cucina. Era un romagnolo di
In cucina si considerava
allievo di Pellegrino Artusi, pure lui uomo di Romagna, più vecchio di 25 anni.
Di Artusi, Guerrini ammirava non solo l’abilità in cucina e la conoscenza degli
alimenti ma anche la chiarezza di
scrittura, la capacità di scrivere
in un italiano limpido, corretto: cosa che mancava praticamente in tutti i
manuali di cucina. E lui denunciava pubblicamente: “Molti autori di ricette
hanno stile di assassini, che talvolta degenera nel cannibalismo”. Un esempio? “…prendete il vostro
fegato, tagliatelo a fette sottili….”.
Artusi, che al contrario scriveva bene, non riusciva però a trovare un editore per
il suo libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”: nessuno voleva
pubblicarglielo sostenendo che un manuale di cucina non era di alcun interesse.
Guerrini, all'epoca già famoso, fu al suo fianco. Quando Artusi decise di stampare le
prime mille copie a sue spese, per venderle direttamente, l’amico-allievo non
si risparmiò per favorirne la diffusione. E il successo arrivò, resistendo nel tempo mentre la fama di Olindo Guerrini si appannava.
Peccato. Nel libro che vi segnalo, di ricette ce ne sono ottocento!
Allora: cosa c’è in
credenza e nel frigorifero? Pane, pasta, polenta, risotto, lessi, arrosti, salse,
sughi, dolci?
Ecco qualche suggerimento
su come “rivitalizzare” i resti…
- Pane – Pancotto. Passatelli. Pane con cicoria-catalogna e formaggio erborinato. Gnocchi di pane. Pan dorato.
- Pasta – Frittata di maccheroni. Timballo di maccheroni. Pasticcio al forno.
- Polenta – Polenta pasticciata. Polenta con salsiccia. Frittelle di polenta.
- Risotto – Risotto al salto alla milanese. Arancine di riso. Risotto rifatto.
- Lessi e arrosti – Hachis parmentier (ricetta già data). Polpettine o mondeghili. Insalata di carne fredda. Friggione alla romagnola. Ripieno per ravioli o tortellini. Lesso del pover’uomo alla parigina.
- Pesce – Marinato (a scabeccio, carpionato, escabeche…). In insalata. Con maccheroni. In frittata. Polpette di pesce all’antica.
- Dolci – Budino di pangrattato. Budino di riso nel latte rimasto. Soufflé d’albumi.
Ricette
… con il pane….
Per le dosi, sia del pane
sia della maggior parte degli altri avanzi e ingredienti, bisogna regolarsi un
po’ a occhio…. se no, che creatività sarebbe? Dove possibile, ci saranno indicazioni più precise.
Pancotto
Ogni regione ha il “suo” pancotto. Io vi propongo innanzitutto il più
semplice, quello che si faceva in casa mia.
Prendete del pane raffermo, sia le michette tipiche di Milano sia del rustico genere toscano o Altamura o francese: meglio evitare il pane all’olio, o con mollica molto morbida e compatta, perché si disfa troppo facilmente. Spezzare grossolanamente e mettere a bagno in una pentola o casseruola, usando acqua o brodo, che sia, in volume, il doppio della quantità di pane. Quando il liquido sarà stato assorbito, mescolare e mettere la pentola sul fuoco, tenendo la fiamma bassa. Se si è usata acqua, aggiungere dado, sale e pepe quanto basta; nel caso di brodo, limitarsi ad aggiustare il sapore. Lasciar cuocere per un quarto d’ora circa, mescolando di tanto in tanto per evitare che il composto si attacchi al fondo della pentola. A termine cottura il pane deve risultare amalgamato, pur conservando qualche pezzetto integro. Togliere dalla fiamma, unire abbondante parmigiano reggiano grattugiato, olio extra-vergine d’oliva, la punta di un cucchiaio da tè di “estratto di carne liebig” (che dà un sapore incomparabile…). Facoltativa l’aggiunta, a pancotto bollente, di un tuorlo d’uovo ogni due persone., naturalmente mescolando con cura.
Passatelli
Per 4 persone
Pagrattato 170 g – midollo
di bue 15 g – parmigiano grattato 70 g – uova 3 più un rosso – noce moscata.
“Il midollo stiacciatelo e
disfatelo colla lama di un coltello. Serbate un po’ di pangrattato per
aggiungerlo in caso che l’impasto riuscisse troppo tenero. Fate un pane
piuttosto sodo e passatelo pei buchi di un ferro apposito o nella siringa se non avete il ferro.
Ne farete così tanti cilindretti del diametro di circa tre millimetri e lunghi
tre o quattro centimetri. Cuocete in brodo e avrete una buona minestra.” (O.G.)
Pane con catalogna e formaggio (roquefort o gorgonzola)
Per 4 persone
Catalogna 300 g - baguette o pane francese o pane
casereccio - roquefort o
gorgonzola 150 g – besciamella 2
dl – tuorlo d’uovo 1 – sale e pepe
Tagliare la catalogna a piccoli tranci (2-3 cm),
lavare accuratamente e scottare in
acqua bollente leggermente
salata. Affettare il pane a
tostarlo leggermente al grill del forno. Preparare una besciamella non troppo
spessa (o usarne una pronta) e aggiungere a freddo il tuorlo d‘uovo ,
mescolando accuratamente. Imburrare una pirofila unica per tutti o più pirofile
singole, cospargendole con un poco di pangrattato, scuotendo per togliere il
superfluo. Isporre sul fondo le fettine di pane, coprire con uno strato di
catalogna, distribuire fettine di formaggio e poi riprendere con pane,
catalogna,formaggio per un ttale di due/3 strati. Versare su questa
preparazione tutta la besciamella
(che dovrà contenere anche del parmigiano grattugiato) e cuocere in
forno preriscaldato a 180°C per 20
minuti, controllando che la superficie sia leggermente dorata.
Gnocchi di pane
“Fate un pancotto sodo di
pan raffermo, rimescolate bene con un uovo e tanta farina quanto pesa il
pancotto. Aggraziate con noce moscata e qualche presa di pepe e lasciate raffreddare
e riposare per un’ora. Avrete un recipiente dove bollirà molta acqua, gettatevi
il composto in piccole porzioni come una grossa nocciuola e lasciate bollire
circa cinque minuti perché gli gnocchi si assodino, levateli, sgocciolateli e
serviteli coditi o con formaggio e burro, o con sugo”. (O.G.)
NB - L’autore dà probabilmente per scontato
il fatto che l’acqua di cottura debba essere leggermente salata.
Pan dorato
“Tagliate non tanto grosse
delle fette di pan raffermo, intridetele nel latte, poi nell’uovo frullato.
Friggetele nel burro e quando saranno di un bel colore d’oro, servitevene come
contorno a qualche piatto, o mescolatele con qualche fritto analogo, come
cervella, animelle, ecc.” (O.G.)
NB. Le ricette tratte dal
libro di Olindo Guerrini sono siglate O.G.
Piccoli consigli utili (forse)
- Il pane avanzato deve essere conservato in sacchetti di carta: la plastica lo renderebbe molle e lo farebbe ammuffire.
- Del pancotto, come detto, esistono mille e una ricetta, a seconda delle regioni e addirittura delle città e dei paesi, condizionate dalla tradizione e disponibilità di ingredienti. Nel Gargano, ad esempio, i contadini uniscono erbe selvatiche come cicoria, borragine, finocchietto e, ancora, cimamrelle, marasciuoli, bietole, verze, pomidoro e patate. In Liguria trionfa il profumo dell’origano. In toscana, A Viareggio, si uniscono arselle e totanetti…
- Per i passatelli, bisogna fare attenzione a che l’impasto sia compatto ma resti morbido. Per questo l’autore suggerisce di unire il midollo di bue.
- Terrina di pane e roquefort: è fondamentale che la catalogna sia cotta pochissimo e resti croccante. Come detto, deve essere appena scottata. Se si desidera che mantenga il colore verde brillante - senza scurirsi – è sufficiente unire un mezzo cucchiaino di bicarbonato nell’acqua di cottura.
Olindo Guerrini, “L’ARTE
DI UTILIZZARE GLI AVANZI e risparmiare con gusto” prefazione di Aldo Santini,
per i tipi di ORME/TARKA
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