Ricette

mercoledì 29 gennaio 2014

Bruciando la Giubiana in allegria. Con risotto e luganega. E Vin brûlé.


Chi conosce la Giubiana? Credo non in molti, se si esclude una parte della Lombardia e del Piemonte.

Allora, raccontiamo. Intanto si tratta di una festa, il che non è mai male. Festa della Giubiana, appunto, o Giobia  o Giobiana o Giubiascia.  Nome di origine incerta, perché alcuni lo fanno discendere dal culto di Giunone, altri direttamente dal dio latino Jupiter-Jovis, da cui Giovia e quindi Giobia, a indicare le feste contadine di inizio anno, per propiziarsi le forze della natura che, secondo la credenza popolare, condizionano l’andamento dei raccolti. Giobbia, nel dialetto piemontese, significa giovedì.  E, non a caso, tutto succede nell’ultimo giovedì di gennaio.
In questo giorno/notte del primo, lungo e freddo mese dell’anno, in alcune zone  della Lombardia – Brianza, Altomilanese, Varesotto e Comasco -  e in Piemonte, è usanza accendere grandi falò nelle piazze e bruciare sul rogo un fantoccio  di paglia vestito di stracci.  La strega. Che, in questo caso, è associata all’inverno,  le cui forze negative vengono annientate dal fuoco per lasciar spazio alla primavera.  E’, questa, una tradizione di origine antica, addirittura pre-cristiana. Tuttavia, non sempre le sembianze sono quelle di una vecchia lacera e ansiogena. A Cantù sul rogo ci finisce un pupazzo che ricorda una donna bellissima. Anche le leggende hanno il loro peso.
Storia numero 1. La giovane bellissima rappresenta una castellana che, invece di difendere, tradì la propria città, forse nella guerra tra milanesi e comaschi nel XII secolo. Cantù, allora alleata a Milano contro Como, subì dapprima una grave sconfitta ma poi vinse la guerra, grazie ai  milanesi che conquistarono la città lariana, decretando così anche la condanna al rogo della giovane.
Storia numero 2. Si racconta che la notte di un giovedì di gennaio di settecento anni fa, bussò a uno degli ingressi del borgo di Canturio una bellissima donna. Padre Lorenzo, abbagliato da tanta bellezza,  la scambiò  per la Madonna e le aprì  la porta. Rimase però impietrito fissando gli occhi dell’inattesa visitatrice:  ipnotizzato. E, su perentoria richiesta della giovane signora, le consegnò subito le chiavi della città. Con queste essa aprì i pesanti battenti lasciando entrare le truppe dei Visconti che si insediarono, dopo aver adeguatamente immobilizzato le guardie nelle varie torri. Della giovane non si sentì più parlare e però sul fuoco qualcosa che dovrebbe ricordarla ci finisce ogni anno.



Grande festa, dunque, quasi ovunque con sfilate di carri storici e sempre con contorno di musica, balli e…..

Risotto con luganega e Vin brûlé


 Le  ricette

Risotto con luganega 

per sei persone

 500 g di riso (carnaroli, arborio o vialone nano) – 350 g di luganega (salsiccia ) di Monza 
 1 cipolla  - 1,5 lt di brodo di carne  - 1 bicchiere di vino rosso -  100 g di burro
grana padano

Pulire e affettare finemente la cipolla,  spellare e sbriciolare  i tre quarti della luganega, tagliando a rondelle la parte restante. In 50 gr di burro, rosolare prima la cipolla quindi aggiungere  la salsiccia facendola dorare a fuoco vivace; togliere le rondelle  e tenerle al
caldo poiché serviranno per guarnire il piatto di portata. Sfumare con il vino rosso, mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungere poco per volta il brodo bollente e portare a cottura, spegnendo la fiamma quando il riso è ancora al dente e molto morbido. Aggiungere il parmigiano grattugiato e il restante burro amalgamando molto bene. Coprire e lasciar riposare qualche minuto. Servire  dopo aver aggiunto le rondelle di luganega messe da parte.

Vin Brûlé

(con un litro di vino si ottiene ½ lt di vin brûlé)


1 lt vino rosso (fermo, corposo, di ottima qualità) -  200 g di zucchero – 2 stecche di cannella – 8 chiodi di garofano – 1 arancia e 1 limone non trattati

Sbucciare i due agrumi, facendo ben attenzione che la buccia sia completamente priva della parte bianca (amara); mettere in una pentola alta (tipo spaghetti) i chiodi di garofano e la cannella; aggiungere lentamente il vino, lo zucchero e le bucce di arancia e limone; mescolare dolcemente per incorporare lo zucchero quindi porre sul fuoco a fiamma bassa fino a ebollizione e mantenere  per 3-4 minuti, tenendo mescolato. Dopo aver spento il fuoco è necessario far evaporare l’alcol: per questo bisogna fiammeggiare la superficie, lasciando agire la fiamma fin quando si spegne da sola. Filtrare con un colino e servire in  tazze di ceramica o di vetro temperato.

Piccoli consigli utili (forse)

  • Innanzitutto una precisazione sulla luganega di Monza. E’ una salsiccia pregiata che, fortunatamente, sta tornando sul mercato  (con marchio registrato) grazie ad attenti produttori della Brianza. Eccone la descrizione a cura di “Made in Brianza”:
    “una salsiccia di colore più tendente al bianco che al rosso, di dimensioni grosse e che al palato risulta molto delicata. Gli ingredienti principali sono: carne di suino, grana padano,brodo di carne e marsala. La sua particolarità è proprio data dalla presenza nell’impasto di ingredienti come il grana, che la rende chiara e dolce, e il brodo di carne. Il fatto che sia di colore chiaro può trarre in inganno: non è una salsiccia grassa”.
  1. Il risotto 1) in alcune zone lombarde si mette anche lo zafferano. In questo caso è meglio sfumare con il vino bianco. 2) In un sito della Brianza ho trovato anche una ricetta che prevede la cottura della salsiccia a parte, sfumata con il vino rosso, a formare un sughetto, e aggiunta nei singoli piatti una volta al centro del risotto stesso.
  • Vin brûlé – Per fiammeggiare sarebbe meglio evitare l’uso dell’accendino, puntando su un fiammifero o stecco di legno lungo che terrà lontana la fiamma dalle vostre mani… Per servire, mai usare i bicchieri normali perché non reggerebbero al calore.  Per la quantità, abbiamo dato le proporzioni per un litro di vino, prima della cottura: le dosi reali le deciderete voi sulla base del numero di persone che volete rendere allegre!
Fonti: Wikipedia e siti varî di altrettanto varie cittadine della Brianza

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